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Chia: dietetica e “doping” naturale per tutti

Chia: cos’è?

La chia (o Salvia Hispanica) è una pianta erbacea, che insieme al mais, amaranto e ai fagioli, faceva parte dei quattro alimenti pilastro dell’alimentazione di Maya e Aztechi.

I semi di chia venivano considerati magici e sacri per le loro virtù.

La parola “chia” significa “forza”, per la spinta di energia che sviluppa una volta ingerita… un po’ come la pozione magica dei Galli di Asterix!

Era talmente fondamentale e quotidiana che le popolazioni che venivano conquistate dagli Aztechi dovevano versare un pesante tributo di diverse tonnellate di semi di chia al loro nuovo re.

I semi di chia venivano offerti regolarmente agli dei nei rituali e ogni guerriero ne portava sempre con se una borsa piena in modo da non rimanere mai senza nelle battaglie e nei combattimenti.

Cortes, una volta conquistati Aztechi e Maya, distrusse le coltivazioni tradizionali per indebolirli e introdusse il frumento a cui non erano abituati. Anche questo contribuì a renderli vulnerabili alle malattie e li decimò.

Proprietà e composizione

I semi sono ricchi di amminoacidi essenziali, cioè quegli amminoacidi che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare e che dobbiamo introdurre attraverso la dieta. Questi servono particolarmente a ballerini e sportivi perchè aumentano la massa magra riducendo la massa grassa e dando così più energia alla muscolatura.

Il seme di Chia ha un basso indice glicemico per cui è consigliato ai diabetici.

Ma una delle caratteristiche nutrizionali più importanti di questi semi è il suo contenuto in acidi grassi omega 3.

Come è noto, non tutti i grassi sono “cattivi”, esiste una classe di grassi “buoni”, polinsaturi e monoinsaturi, tra cui gli Omega 3, che non solo non sono dannosi  per il nostro organismo, ma svolgono funzioni benefiche: fra tutte, abbassano il colesterolo cattivo e i trigliceridi del sangue, aumentano il colesterolo buono, combattono le infiammazioni, sono i costituenti principali delle membrane cellulari soprattutto delle cellule nervose.
Il seme di Chia contiene più Omega 3 del seme di Lino e addirittura ne contiene 8 volte di più rispetto al salmone, che notoriamente in quanto pesce azzurro, è uno degli alimenti più ricchi di questi acidi grassi.

I semi di CHIA hanno un alto contenuto in fibra capace di assorbire una quantità di acqua 9 volte superiore al loro peso.
Assorbendo acqua, formano un gel che raccoglie scorie e tossine dall’intestino, le incorporano nelle feci eliminandole e migliorando contemporaneamente la stitichezza e il colon irritabile e conferendo un lungo senso di sazietà che può aiutare nelle diete dimagranti.
Inoltre questo gel forma uno strato vischioso sulla parete intestinale impedendo ai patogeni di crescere e causare danni.

Un altro aspetto nutrizionale da sottolineare è il contenuto di antiossidanti, cioè molecole che combattono i radicali liberi e lo stress ossidativo prevenendo le patologie cronico-degenerative soprattutto neuro-degenerative: 100 g di semi di chia hanno un ORAC=8.200
L’ORAC è l’unità di misura della capacità antiossidante di un alimento!
Ricordiamo che 100 g di prugne nere hanno 5440 ORAC , e 100 g di mirtilli circa 2400 ORAC.

Il seme di Chia è un ottimo multiminerale: basti pensare che contiene 2 volte il Potassio delle banane, 15 volte il Magnesio dei broccoli, 5 volte il Calcio del latte, 3 volte il Ferro degli spinaci, e poi contiene ancora altri oligolelementi molto importanti quali: manganese, zinco, fosforo e presenta poco sodio, quindi può essere consumato anche dai soggetti ipertesi.

Chia gratis (o quasi)

Coltivare la Salvia Hispanica è molto facile essendo una pianta erbacea si procede alla semina dopo le ultime gelate, dopo la fioritura si formeranno i semi che possono essere raccolti quando le spighe saranno ben sacche, e conservati in barattoli o sacchetti di carta.

E’ molto decorativa e si può piantare sia in vaso che all’aperto, in posizione soleggiata o mezz’ombra. Essendo una pianta molto rustica e ben adattata al clima mediterraneo, sopporta bene qualsiasi terreno.

I semi si trovano facilmente in commercio, noi li abbiamo acquistati su Ebay.

Come si mangia la chia?

Come ogni seme del benessere, si può aggiungere una manciata di semi a carne e verdura saltata in padella, piatti di cous-cous, si possono rendere più croccanti le insalate, i fagiolini e le verdure grigliate.

bicchiere con dessert alla chia

Un insolito dessert di chia si prepara senza accendere i fornelli: aggiungere mezza tazza di semi ad una tazza di latte scremato con poco miele ed una generosa spolverata di noce moscata (senza esagerare) dopo poche ore si otterrà una crema densa di consistenza simile al budino a cui si può aggiungere anche frutta fresca. Ottimo anche con il latte di mandorla al posto di quello di mucca, o del succo di frutta.

Chia trivia

Linneo nel ‘700 la classificò con il nome di Salvia Hispanica data la sua diffusione in Spagna, questo è un clamoroso falso storico.

In realtà la chia era stata introdotta in Spagna da Cortes al ritorno dai suoi viaggi in Sud America, probabilmente anche lui affascinato dall’importanza che questo alimento aveva laggiù. La chia trovò in Spagna un ambiente talmente favorevole che si diffuse in modo infestante, a tal punto che appunto Linneo pensò che fosse una pianta endemica spagnola, da cui il nome.

di Cristina Burlone


portulaca fiori

  La Portulaca, pianta officinale dimenticata

di Cristina Burlone

Cos’è la portulaca:

La portulaca è una piantina perenne o annuale, molto abbondante in tutta Italia, sia come pianta ornamentale da fiore, che (in maggior misura) come piantina, ritenuta da molti erroneamente, comune erbaccia infestante.

In realtà nel Medioevo veniva considerata una preziosa pianta officinale e medicinale, perchè già ne conoscevano le proprietà ed i benefici.

Imparando a riconoscerla nei campi, si può avere un ottimo alimento che aiuta la nostra salute a costo zero!

Proprietà nutrizionali:

La portulaca contiene pochissime calorie: solo 16 kcal per 100 g!

La portulaca è molto ricca di Vitamina-C, infatti ha un piacevole sapore asprigno, e di omega-3 (acido a-linoleico), 100 g di foglie fresche contengono circa 350 mg di omega-3.

La Vitamina-A contenuta è pari al 44% dell’RDA giornaliero, contiene le vitamine del complesso B come riboflavina, niacina e piridossina.

Ricca di sali minerali come: ferro, magnesio, calcio, potassio, fosforo, zinco, selenio, rame e manganese

Come si mangia la portulaca:

Della portulaca si mangia quasi tutto: le foglie,  i fiori e i gambi teneri.

Data la crescita incredibilmente veloce (può crescere di diversi centimetri al giorno), si possono cimare i rami nuovi, separare le foglie dalla parte più dura del ramo.

portulaca2

Le foglioline sono “a goccia”, molto carnose, i fiori possono avere colori diversi, ma le piante più comuni li hanno gialli e piccoli.

Sono buonissime nell’insalata verde, nell’insalata di pomodori,  friselle pomodorini rucola e portulaca, in insalate fredde, da sole condite con un po’ di maionese!

Sono MOLTO soddisfacenti, data la loro particolare consistenza carnosa, danno un senso di piacevole sazietà e coscienza pulita!

A chi fa bene la portulaca:

E’ un perfetto superalimento, per le sue proprietà:

– antiossidanti

– antinfiammatorie

– anti radicali liberi

– aiuta l’ossigenazione del sangue e dei tessuti

– rifornisce di sali minerali essenziali

Coltivare la portulaca a casa:

Coltivare la portulaca è semplicissimo, perchè è una pianta che si è adattata perfettamente al nostro clima ed è molto tenace e resistente, ecco perchè e diventata un'”erbaccia”.

Si trovano in commercio semi di varie specie, quelle più ornamentali hanno però foglie sottili e fiori grandi, meglio scegliere in base alla dimensione delle foglie.

Dopo aver sparso i semi sul terreno o nel vaso, non “sotterrarli”, ma coprirli appena con una “spolverata” di terra o torba, dopo pochi giorni si vedranno i dicotiledoni (le prime due foglioline) e nel giro di 15-20 giorni si potranno già mangiare le foglie più grandi.

Non togliere mai, più del 50% della pianta in un’unica raccolta, potrebbe morire, però si possono staccare man mano le foglie più grandi e i rametti teneri.

Trucchetto:

Per prolungare il periodo di crescita vegetativa, staccare i boccioli dei fiori appena crescono.

Come avere una portulaca gratis:

Guardando attentamente a terra, nei parchi, campi o giardini, troverete sicuramente almeno una portulaca, raggruppare tutti i rami della pianta nella mano e con decisione, ma senza strappi, tirare la radice fuori dal terreno e rinvasare o trapiantare.

L’anno seguente, molto probabilmente si avranno delle nuove piantine, nate dai semini prodotti dalla vostra portulaca, ancora più probabile se l’avete ottenuta con il metodo “gratis”, perchè le varietà spontanee sono molto più robuste e “ricche” delle parenti belle ma delicate.

Altri consigli sulla coltivazione qui

di Cristina Burlone

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